Perfetta Letizia

Beati voi quando vi perseguiteranno e diranno ogni male contro di voi, a causa del mio nome! Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi.

sabato 22 novembre 2008

Fratello Indù, perchè perseguiti i miei fratelli cristiani ?

Di che cosa accusi i cristiani e perché li perseguiti ? Perchè appartengono ad un’altra religione, diversa dalla tua ? Perché qualcuno ha accusato i cristiani di delitti mai commessi ? E tu ci hai ciecamente creduto ? La tua religione ti comanda di uccidere ? E allora, che Dio è il tuo ?

Rispondimi, ti prego !
Il mio Dio mi dice che anche tu, Indù, sei mio fratello. E io non ti farò mai del male. E ti perdono per tutto il male che fai ai miei fratelli cristiani.
Così la pensano anche le Monache di un Monastero di Clarisse in India:


“Noi sorelle Clarisse siamo profondamente toccate e rattristate dal fatto che il nostro Paese, che una volta era tollerante e pacifico, è diventato un focolaio di terrorismo e di persecuzione contro i cristiani. Questi motivi non sono tali da farci disperare o da scoraggiarci perché "tutta la creazione geme e soffre fino a oggi" (Romani, 8, 22) in attesa di un cielo nuovo e di una terra nuova. Siamo piene di speranza perché sappiamo che il sangue dei martiri è germe del cristianesimo, e che "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (Romani, 8, 28). Sappiamo che questa è la tempesta che viene prima della calma; sappiamo che Dio vincerà e che dopo questo Venerdì Santo ci sarà sicuramente la Domenica di Pasqua….. Ci siamo molto rattristate e abbiamo deciso di digiunare e pregare.”

Sì, noi rispondiamo con la preghiera e con il perdono.
Fra i tuoi c’è anche qualcuno che ha capito il male che stavate e state facendo ai cristiani.
Un autorevole discepolo di Vivikananda così ha scritto:
“Come fedele indù provo vergogna per ciò che stanno facendo persone che dichiarano di agire a nome della mia fede. Sono sempre stato orgoglioso di appartenere a una religione di straordinario respiro ed ampiezza di visione; una religione che riconosce tutte le vie di adorazione di Dio come ugualmente valide, anzi, la sola grande religione nel mondo che non pretende di essere l'unica vera religione. Il fondamentalismo induista è una contraddizione in termini, dal momento che l'induismo è una religione senza "fondamentali", in cui non esiste qualcosa di simile all'eresia. Come osa un manipolo di santoni immiserire la sublime maestà dei Veda e delle Upanisad con il ristretto fanatismo del loro marchio identitario politico? Perché gli indù dovrebbero consentire loro di ridurre l'induismo a vociante autoesaltazione di hooligan da stadio, di prendere una religione di immensa tolleranza e ridurla a violenza sciovinista?

È triste che queste tesi di Vivekananda ( un santone che predica la non violenza, come Gandhi) siano contraddette nelle strade da coloro che gridano di far rivivere la sua fede nel suo nome. "Questi indù militanti", ha osservato Amartya Sen, presentano l'India come "un paese di idolatri intolleranti, di fanatici deliranti, di devoti agguerriti e di assassini religiosi". Discriminare l'altro, aggredire l'altro, uccidere l'altro, distruggere il luogo di culto dell'altro non fa parte del dharma indù così meravigliosamente predicato da Vivekananda. Perché mai le voci dei capi religiosi indù non si alzano in difesa di questi fondamenti dell'induismo? “
Strano che questa persecuzione contro i cristiani in India, ma anche in tante altre parti de mondo, non abbia una dovuta risonanza nella stampa occidentale. Che dei cristiani siano ammazzati non fa notizia.
Che le Borse di tutto il mondo stiano precipitando nel baratro….
Questo, sì, che fa notizia.

martedì 23 settembre 2008



QUO VADIS, Padre S.Francesco ?

Ho fatto un brutto sogno.
Ho visto il Padre S.Francesco scendere lentamente e triste una stradina che da Assisi porta verso la pianura. Dove vai, Padre S.Francesco ? Sei triste, perché ? Abbandoni la tua città ?
Non hai visto, non hai sentito, figlio mio ? I mendicanti non possono più avvicinarsi ad Assisi. Devono stare cinquecento metri lontani dalle chiese, praticamente non possono più entrare nella città e chiedere l’elemosina. Eppure, quando il Signore mi ha chiamato ed io ho scelto la povertà come mia sposa, lasciando la mia casa, dove avevo ogni ben di Dio, sono stato anch’io mendicante per le strade della mia città.
Ora non sarebbe più possibile. Vorrei chiamare tutti miei Frati a seguirmi, per ritrovare nei tuguri, negli anfratti del Monte Subasio la gioia di cantare le lodi del Signore insieme agli uccellini che ci svolazzano intorno,
nell’assoluta mancanza di ogni sicurezza terrena. Anche il Papa, quando ha approvato la Regola per i miei Frati,
non pensava che noi potessimo vivere da mendicanti, nella povertà assoluta, come Gesù.
Ora vogliono cacciare anche i miei fratelli, i poveri, dalla mia città.
Ed io: Padre S.Francesco, dove sono oggi i veri poveri ?
Come facciamo a riconoscere i veri dai falsi ? Ci sono tanti imbroglioni e truffatori in giro. Per difenderci, ecco una bella ordinanza. Via tutti da Assisi, buoni e cattivi !
Eh no, figlio mio, non si può gettare “l’acqua sporca con tutto il bambino”.
Grazie, Padre S.Francesco, per quel pezzo di pane che anch’io fanciullo andavo a chiedere ai tuoi Frati nel mio paese. Mamma cercava di impedirmelo, ma a me piaceva tanto quel pane che sapeva di povertà e di amore. Come “falso” povero ricevevo da “veri” mendicanti, che passavano per le strade del paese a chiedere l’elemosina, che poi ridistribuivano a noi.
E nel sogno ho visto il Padre S.Francesco, che allontanandosi, benediva la sua città.
Svegliandomi, ho ricordato le parole di S.Francesco a Frate Leone: Quì è perfetta letizia !


martedì 3 giugno 2008

LA CHIESA E' LA MIA MADRE ED IO L'AMO CON TUTTO ME STESSO

Non tutti i giorni, ma spesso, Padre Pio si intratteneva con noi sul terrazzino del convento, dopo aver passato tante ore nel confessionale. Era un momento di relax per lui. Parlava della nostra vita del convento, degli avvenimenti del mondo, ma tutto inquadrava alla luce di Dio. “Figliuoli, diceva, siate prudenti e accorti, non abbassate mai la guardia, perché il diavolo è sempre pronto a colpirci. Vedete il muro della clausura ? ( E volgeva lo sguardo al di là del parapetto del terrazzino). Quanti diavoletti stanno lì accovacciati in attesa di entrare nel convento e sbranarci….! Mi raccomando…!” E con accorato paterno sguardo ci abbracciava, come a difenderci dal nemico.
E poi aggiungeva: “ Anche la Chiesa, che è nostra Madre e che io amo con tutto me stesso, deve difendersi da tanti nemici. Preghiamo specialmente per il Papa ! Che lo Spirito Santo lo illumini sempre….!”
Mi è tornato in mente questo episodio, dopo aver letto il commento dell’amico Gianni Tartara al mio post su Padre Pio e Papa Giovanni XXIII, nel quale io esprimevo la mia tristezza nel ricordare i giudizi negativi e ingiusti che questo Papa ha espresso su Padre Pio. “L’hanno informato male…” ha detto l’amico Gianni. Forse ha ascoltato soltanto il suo segretario Mons. Capovilla, che gli ha riferito di avvenimenti della Diocesi di Padova, dove il Vescovo Bortignon, peraltro cappuccino, aveva proibito ai suoi preti di recarsi a S.Giovanni Rotondo da Padre Pio, perché temeva che questi con i fedeli portassero offerte per la costruzione dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, mentre egli stava costruendo il seminario diocesano e faceva fatica a reperire finanziamenti.
E stato tutto un imbroglio diabolico, causato e aggravato anche dalle dichiarazioni infamanti e offensive di un P.Gemelli, che ha bollato Padre Pio come uno psicopatico, solo perché i Superiori gli avevano negato il permesso di controllare le stimmate di Padre Pio, essendo privo del permesso del Vaticano. Una grave offesa a lui Medico, Scienziato e ....francescano…!
Altri Papi però hanno amato Padre Pio: Giovanni Paolo II è venuto a S.Giovanni, prima come Cardinale di Cracovia e poi come Papa; Paolo VI quando era Arcivescovo di Milano, scrivendo nel libro degli ospiti parole straordinarie di affetto e devozione verso Padre Pio; il Cardinal Lercaro, che inaugurò la “Casa Sollievo della Sofferenza”; e poi, tanti Vescovi e Sacerdoti.

L’UMILE POPOLO DI DIO, MA ANCHE TANTI ARTISTI: SCULTORI, PITTORI, ATTORI, CANTANTI…

Piangemmo di commozione nell’orto del convento, dove i Superiori avevano permesso a Beniamino Gigli, il grande tenore ammirato e ascoltato in tutto il mondo, di avvicinarsi a Padre Pio. “Cantaci qualcosa..” abbiamo chiesto noi e anche Padre Pio. E lui, il grande tenore che calcava le scene di teatri famosi, all’aria aperta, nell’orto del convento, ha cantato “Mamma, son tanto felice….”
Anche Padre Pio piangeva e…gli angeli sorridevano e cantavano anche loro in cielo.
Tito Schipa, baritono famoso dalla voce vellutata e profonda, ha cantato con noi nel coro della chiesina del convento le Litanie della Madonna. Moderava la sua voce per non annullare la nostra vocina, mentre Padre Pio alzava il Santissimo e ci benediva tutti.
Carlo Campanili, attore del teatro e del cinema, amato da tanti, era figlio spirituale di Padre Pio. Appena gli impegni glielo permettevano, veniva a trovare il suo Padre spirituale. Ascoltava la Messa la mattina presto, pregava lungamente in chiesa, poi, se aveva un po’ di tempo, passava nella mia cella e io gli preparava un caffettino con la mia macchinetta. Venivano anche altri confratelli. Campanini ci deliziava con i suoi racconti. La sera partecipava alla recita del rosario in chiesa con i frati e il popolo, si inginocchiava davanti alla balaustra del presbiterio per essere il più possibile vicino all’altare mentre Padre Pio impartiva la benedizione col Santissimo. Alla fine si cantava una canzoncina alla Madonna. Quella sera il coro iniziò “ Andrò a vederla un dì….” E poi il ritornello “al ciel, al ciel, al ciel…” con una melodia che ascendeva verso i toni alti. Carlo Campanini con la sua voce fra il tenore e il baritono dominava tutta l’assemblea. Padre Pio ascoltava e cantava. Al terzo “al ciel..” la voce di Campanini s’incrinò e non riuscì a darci tutta la forza che voleva. Padre Pio lo guardò con affetto. In sacrestia gli dice: “Eh, Carletto, come è difficile salire fino al cielo…!” E lui: “Padre, se mi aiuti, ci provo…!”




Celebro la S.Messa con lui.
Che momenti….!



UN “MONUMENTO ALLA CARITA’”: LA CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA

Voluta da Padre Pio per venire incontro a tanti poveri malati e sofferenti di S.Giovanni Rotondo e del Gargano, lontani molti chilometri dal più vicino ospedale, che si trovava a Foggia. Per poter portare a termine la costruzione di questo luogo di cura, Padre Pio fu dispensato dal voto di povertà. Passarono per le sue mani miliardi di lire, ma lui non conosceva il denaro. Un giorno un grosso industriale di Milano gli mise in mano un assegno di alcuni milioni di lire, per ringraziarlo delle preghiere fatte per la guarigione della moglie. Nella cella Padre Pio ci mostrò quell’assegno e ci chiese; “Figliuoli, che cos’è questo pezzo di carta…?” Per lui il denaro era “stercora diaboli”, però lo usava per aiutare gli ammalati.
Qualche anno prima della sua morte, Padre Pio chiamò il Superiore e gli disse: “Padre, io ho fatto voto di povertà e voglio morire povero. Dono alla Santa Sede questa opera voluta da Dio”.
Nonostante le diffidenze, le indagini, le limitazioni e tutto il resto, lui amava la Chiesa…..

NON STA QUI’ LA PERFETTA LETIZIA ?

mercoledì 14 maggio 2008

Ho ucciso una Santa

…ma non sono il diavolo

Era il 6 giugno 2000. Suor Maria Laura Mainetti viene uccisa con 19 coltellate da tre ragazze minorenni, Milena, Ambra e Veronica. Ventidue giorni dopo vengono scoperte, arrestate e condannate a 8 anni Milena e Veronica, mentre Ambra viene assolta perché incapace di volere e intendere.
Mi chiedo, ci chiediamo.
Perché tre ragazze decidono di uccidere una povera Suora, che in paese tutti stimavano e amavano per il bene che faceva a tutti, in modo particolare ai poveri, ai bambini e ai giovani ai quali aveva dedicato la sua vita ? “Come si decide di uccidere a 16 anni?” La risposta-confessione: “Stando sedute sei ore davanti a una birra in un piccolo bar di paese. Tutto quello che dicevamo, pensavamo, facevamo era senza valore”. Inizia così la lunga intervista esclusiva che Panorama, da venerdì 4 aprile in edicola, ha fatto a Veronica, una delle tre ragazze di Chiavenna che nel giugno 2000 uccisero la Suora.
Ecco, una vita senza valori, passata nella noia, senza un traguardo. Quelle bevute di alcol, quelle fumate non solo di tabacco, ma anche di “erba”, che veniva comprata e anche spacciata, nascondevano un vuoto tremendo, abissale, rovinoso.
Forse non appartenevano a nessuna setta satanica, come all’inizio subito si era pensato e alcuni giornali avevano riportato. Una delle tre ragazze ha detto: “Si, ho ucciso, ma non sono il diavolo”.
Non sarà il diavolo in persona, ma uccidere è diabolico, cioè è opera del diavolo.
Dio dona la vita.
Satana dà la morte.
Da quale parte stiamo ? Con Dio o con Satana ?
L’eterna lotta fra il bene e il male.
E’ iniziato il processo di beatificazione di Suor Maria Laura Mainetti. Da tutta Italia arrivano a Chiavenna fedeli per andare a pregare dinanzi alla croce eretta sul luogo del “martirio”. Sarà lei a salvare le tre ragazze omicide.
“Il male può toglierti la vita, ma non l’amore. Suor Maria Laura l’ho ha dimostrato perdonando alle tre ragazze, mentre infierivano su di lei e la uccidevano”.

QUI’ E’ PERFETTA LETIZIA !

mercoledì 9 aprile 2008

Quando un Papa "buono" non ha capito un povero frate cappuccino "santo"

Il Papa acclamato da tutti “buono” è Giovanni XXIII, che la Chiesa ha proclamato anche “beato”, dopo un processo canonico che ha riconosciuto l’eroicità delle sue virtù.
Il povero frate cappuccino “santo” è Padre Pio, che dalle alte gerarchie della Chiesa non ha riscosso sempre molta simpatia. Anzi è stato diverse volte inquisito, condannato (senza che lui potesse minimamente difendersi) a celebrare in segreto la Messa in una cappella interna del convento, a non aver nessun rapporto con le persone, neppure nel confessionale. Il nostro Papa “buono” non l’ha voluto mai incontrare, neppure quando da cardinale è arrivato fino a pochi kilometri da S.Giovanni Rotondo, mentre veniva gente da tutte le parti del mondo per vedere Padre Pio, ricevere una sua benedizione e, se erano fortunati, confessarsi da lui. Ma quello che addolora noi profondamente sono i giudizi espressi su Padre Pio.
Così scriveva papa Giovanni XXIII: «Con la grazia del Signore io mi sento calmo e quasi indifferente come innanzi ad una dolorosa e vastissima infatuazione religiosa il cui fenomeno preoccupante si avvia ad una soluzione provvidenziale. Mi dispiace di P.P. (Padre Pio) che ha pur un’anima da salvare, e per cui prego intensamente» annota il Pontefice. «L’accaduto—cioè la scoperta per mezzo di filmine, si vera sunt quae referentur, dei suoi rapporti intimi e scorretti con le femmine che costituiscono la sua guardia pretoriana sin qui infrangibile intorno alla sua persona— fa pensare ad un vastissimo disastro di anime, diabolicamente preparato, a discredito della S. Chiesa nel mondo, e qui in Italia specialmente. Nella calma del mio spirito, io umilmente persisto a ritenere che il Signore faciat cum tentatione provandum, e dall’immenso inganno verrà un insegnamento a chiarezza e a salute di molti».
«Disastro di anime». «Immenso inganno ».
Ma come può un Pontefice essere indotto a così grave errore nei riguardi di un sacerdote, che Cristo Gesù con le stimmate aveva fatto partecipe dei dolori della sua Passione, che viveva in modo radicale la sua vocazione di francescano nell’osservanza rigorosa della regola che S.Francesco ha dato ai suoi figli ? Che aveva fatto costruire con le offerte ricevute da tutto il mondo quel monumento grandioso alla carità, che è la “Casa Sollievo della Sofferenza” ? Che aveva creato i “Gruppi di preghiera” composti da cristiani che pregano incessantemente per la Chiesa e per il mondo ?
Io posso testimoniare, perché per grazia di Dio ho vissuto con lui alcuni anni, che Padre Pio mi ha fatto vedere Gesù……
Contro di lui c’è stata una congiura ispirata da Satana, che si è servito di uomini di Chiesa, per cercare di eliminare un “santo”, che purtroppo essi non riuscivano o non volevano capire ed accettare.
Il Signore sottopone quelli che ama anche a queste prove.
Come ha risposto Padre Pio a questa persecuzione ?
Col silenzio, con la preghiera, con l’obbedienza.
Qui sta la PERFETTA LETIZIA !

giovedì 27 marzo 2008

...è quì perfetta letizia.

Frate Leone chiese a santo francesco: "Padre, io ti priego dalla parte di Dio che tu mi dica dove è perfetta letizia".


Se noi pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla notte picchieremo alla porta del convento e chiameremo e pregheremo per l'amore di Dio con grande pianto che ci apra e mettaci pure dentro, e quelli scandolezzato dirà: Costoro sono gaglioffi importuni, io li pagherò bene come son degni; e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per lo cappuccio e gitteracci in terra e involgeracci nella neve e batteracci a nodo a nodo con quello bastone: se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza, pensando le pene di Cristo benedetto, le quali dobbiamo sostenere per suo amore; o frate Lione, iscrivi che qui e in questo è perfetta letizia. E però odi la conclusione, frate Lione. Sopra tutte le grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se medesimo e volentieri per lo amore di Cristo sostenere pene, ingiurie e obbrobri e disagi; imperò che in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, però che non sono nostri, ma di Dio, onde dice l'Apostolo: Che hai tu, che tu non abbi da Dio? e se tu l'hai avuto da lui perché te ne glorii come se tu l'avessi da te? Ma nella croce della tribolazione e dell'afflizione ci possiamo gloriare, però che dice l'Apostolo: Io non mi voglio gloriare se non nella croce del nostro Signore Gesù Cristo".A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.